Bigoi in salsa : ode alla Venezianità
Scendo dal treno e ad accogliermi c’è Zaira ( The Freaky Table http://www.zairazarotti.com/ )Un sorriso e un abbraccio così forte da togliere il respiro mi accoglie in una terra che non è mia , ma che lei ama così tanto da farlo capire già dalle prime parole che scambiamo.
Arriviamo a casa sua, e in essa rivedo tutto ciò che Zaira rappresenta: sincerità e naturalezza.
Mi guardo intorno e rivivo piccoli momenti della mia infanzia in cui mia nonna mi narrava spesso della vita di campagna.
Casa per noi è una questione molto intima, lo capisco dalla sua discrezione e dal suo modo delicato di raccontarsi.
L’affinità che provo con queste mura, quest’aria silenziosa, me ne fa comprendere la magia da subito: mi sento come se fossimo già stati qui.
Dal primo momento ciò che ci viene offerto è ospitalità, tanta.
Aprire le porte della propria casa a qualcuno ha sempre un valore inestimabile.
Amo il modo in cui Zaira riesce a mettere le persone a proprio agio: è così simile a me in questo. Sono emozionata.
Mi avvicino alla finestra, accarezzo i gatti (che sono anche i fratelli del mio piccolo Gandalf), mi guardo intorno: ogni piccolo particolare è un viaggio bellissimo nella sua, ma anche nella mia infanzia. Un sentiero lungo la genuinità che a volte dimentico, lungo la semplicità della quale sono vissuta fino ad oggi ma che spesso metto da parte.
Sento che la città mi ha cambiata, non so se in bene o in male, ma mi ha cambiata. Sento la malinconia di un posto così rurale nel mio cuore, e decido di abbandonarmi a questi 3 giorni.
Zaira è pronta a mostrarci le sue abitudini, piccoli segreti che resteranno solo tra di noi, e che custodisco con gelosia.
Mi mostra il laboratorio di ceramiche delle quali si occupa, meticolosamente, Fox ( https://www.thefreakyraku.com/ ). Mi sento una privilegiata quando ci propongono di “mettere le mani in pasta” per provare ad imparare le piccole basi della ceramica. Francesco Pettenà (in arte The Freaky Raku) si dimostra subito un Maestro incredibile. Paziente come pochi e con una manualità fuori dal comune. Uno dei motivi per il quale lo adoriamo!
Attraversiamo il giardino di casa: i suoi hanno addobbato gli alberi di limone appositamente per il nostro arrivo: mi sento così fortunata. Mi commuovo ancora.
Era tempo che degli amici non mi coccolavano così, tra un racconto e l’altro pranziamo all’aperto, in quel giardino che fa da sfondo al nostro raccontarci.
Non posso dimenticare il primo piatto che ci serve Zaira: un piatto che racconta tutto di questo posto: “Bigoi in salsa” .
Semplice, senza troppi fronzoli, con un gusto delicato e immortale. Come le vere ricette di un luogo dovrebbero essere per non essere dimenticate ma raccontate e condivise. C’è la storia di una famiglia dietro questa ricetta, e di molte altre prima di essa: c’è la storia di una nonna, come poteva essere la mia, che tramanda pezzi di storia in cucina.
Forse è proprio così innato il legame che si crea tra due persone per una serie di affinità e intrecci di una vita passata a km di distanza ma con così tanti gap condivisi.
Ho pensato di riproporli, seguendo passo passo la sua ricetta ( che trovate sul suo Blog e che vi riporto qui : http://www.zairazarotti.com/bigoli-salsa-venetian-timeless-recipe-for-dish-of-whole-wheat-spaghetti-with-anchovy-sauce/ ) nonostante non so se avranno lo stesso sapore di quelli mangiati in sua compagnia.
E’ sicuro che ogni volta che li preparerò , però, ciò che vedrò davanti a me sarà un sorriso accogliente, il profumo dei limoni, il verde di un giardino e il silenzio della campagna veneta.
Il cibo diventa quì un mezzo per avvicinare le persone, per rivivere momenti e diminuire le distanze quando le amicizie esistono e purtroppo non sono sempre così vicine!
Vi metto , inoltre la ricetta per come realizzare l’impasto per i Bigoli , fatti in casa. Nel caso non aveste voglia o non riusciate a prepararli andranno bene anche dei Bigoli confezionati ( io ne ho fatto scorta in Veneto!!!) oppure degli spaghetti comuni.
Per i Bigoli fatti in casa c’è una diatriba di chi usa e chi non usa l’uovo : io ho deciso, seppur in minima parte, di usarlo. E’ una mia personale scelta, non una regola effettiva! Come non lo è l’uso di una specifica farina: io per renderli più rustici ho unito semola di grano duro e Farina integrale .
Vi riporto la ricetta (e scusatemi Veneziani dal mondo, se non è perfetta, ma è dettata tanto dal cuore!)
Ingredienti per l’impasto:
-200 gr Semola di grano duro -100 gr farina integrale -1 uovo -50 ml di acqua- un pizzico di sale
Procedimento:
Unire in una ciotola le farine e mescolare. Aggiungere l’uovo e l’acqua gradualmente, mantenendo un impasto compatto e non troppo molle. Alla fine aggiungere un pizzico di sale. Far riposare sotto un canovaccio per 15 minuti l’impasto, in modo che si asciughi leggermente : questo vi permetterà di non avere un impasto troppo molle e quindi di non far incollare i bigoli. Tagliare in pezzi l’impasto e , tramite una macchina per pasta, dare forma ai vostri spaghetti/bigoli.
N.B: metterli ad asciugare su un panno asciutto, e quando deciderete di cuocerli, mettete a bollire l’acqua con un filo di olio all’interno: eviterete che si attacchino!