Zuppetta di pomodori arrosto , cefalotti al lime e stracciatella

Ci sono ricette che nascono per una combinazione di fattori, per ricordi che ti porti dentro, per usanze e per la voglia di sperimentare un modo nuovo di proporre quello stesso piatto in una versione rinnovata, giovane, fresca.

Sono dell’idea che ogni cosa torni da noi nell’esatto momento in cui dimentichiamo di averla vissuta, ma sono anche dell’opinione che determinati cibi siano impressi nella nostra memoria perchè ci sono stati proposti da piccoli, perchè abbiamo vissuto in un determinato contesto sociale oppure perchè semplicemente la nonna ci ha insegnato così.

Qualunque sia la motivazione , mi sono ritrovata ad affrontare una sfida assolutamente gradita , quando , con Cà Maiol , abbiamo deciso di portare avanti questa Experience!

Ci sono aziende con le quali il dialogo è aperto e sensibile e soprattutto ci sono aziende che affidano , in un certo qual senso, l’idea di un progetto in divenire anche a noi che siamo dall’altra parte e ci troviamo a dover immortalare e raccontare , nel modo più naturale possibile, una realtà che non ci appartiene , ma che abbiamo il dovere di narrare con quanto più amore e passione possibile.

Tutto questo si è svolto in completa naturalezza con Cà Maiol, nel momento in cui, durante una chiamata di lavoro, abbiamo detto “Noi saremo in Lombardia dal 13 al 19 Luglio, ci piacerebbe visitare la vostra realtà e, perchè no, parlarne” . I ragazzi che si occupano della comunicazione (che adoriamo!) , hanno trasformato questa proposta in un’attività super curata , che si è poi trasformata in una vera e propria Experience!

Nei giorni passati , avete visto che vi ho mostrato passo passo il procedimento di questa ricetta, ma quì voglio raccontarvi di più. Voglio parlarvi di come una realtà vitivinicola si intrecci col nostro passato, come i sapori delle zone del Lago di Garda sono vicini ai sapori della mia infanzia ed adolescenza e come , soprattutto , il creare contenuti per un’azienda debba toccarci fortemente per poter produrre il meglio che riusciamo ad esprimere con la fotografia. Voglio parlarvi di quanto alcuni ambienti possano sembrare così lontani da noi perchè stereotipati e di come , anche da non intenditori di vino quali siamo , la formazione nasce come prima cosa dalla curiosità di aggiungere un nuovo tassello al nostro bagaglio culturale. Voglio parlarvi di quanto sia importante conoscere nel profondo alcune relatà per apprezzarle al massimo e per poi poterle comunicare agli altri in modo appropriato.

Come ben sapete, tutti voi che ci seguite ormai da un bel po di tempo , ci piacciono le cose buone. Ma non nel senso più superficiale del termine. Quando dico ci piacciono le cose buone , intendo tutto ciò che è studio, ricercatezza, profondità e capacità di comunicazione.

Cà Maiol rappresenta tutto questo.

Avevamo potuto capirlo già da subito , con il primo lavoro che ci avevano commissionato mesi fa , assaggiando un vino che rappresenta la storia di questa azienda ( Molin Lugana) e ne abbiamo avuto la conferma potendo osservare da vicino e toccando con mano tutti i vari aspetti che portano alla produzione della vasta gamma di vini che l’azienda propone.

L’experience si è svolta su due piani : uno in cui abbiamo appreso , uno in cui abbiamo prodotto.

Mi spiego meglio.

 

Dove ci troviamo?

Abbiamo visitato l’azienda e i vigneti e, grazie alla nostra guida e sommelier Caterina Mataluna , abbiamo capito quanto l’ambiente e il paesaggio in cui si trova un vigneto , possa influenzare il prodotto finale e in questo caso i vini prodotti. Cà Maiol è una realtà che si posiziona in un territorio unico tra lago e terra e la storia di questa azienda è fortemente legata , da sempre a questo vino bianco prezioso. Il territorio in cui vengono prodotti i loro vini è quello della Lugana ( a sud del Lago di Garda) e della Valtenesi ( sponda bresciana del Garda).

Per contestualizzare tutto ciò che ci è stato raccontato , ci è stata proposta poi una degustazione dei vini Cà Maiol , tra cui : Prestige , Molin Lugana , Il Lugana Fabio Contato , il Roseri e infine anche uno dei vini rossi prodotti il Negresco.

Durante la degustazione abbiamo cercato di parlare molto soprattutto di una delle cose fondamentali di chi lavora nell’ambito del food : l’accostamento a determinati piatti e la modalità di scelta impeccabile di un vino da portare a tavola per un pranzo o una cena speciale.

A chi è adatta l’Experience?

Ciò che questa esperienza ci ha lasciato è l’idea che non bisogna per forza essere sommelier per approcciarsi ad una degustazione di vini. Bisogna avere passione, voglia di imparare e di completarsi.

L’experience è adatta a chiunque voglia approcciarsi per la prima volta al mondo dei vini ed è la “ciliegina sulla torta” per chi invece di vini già ne sa!

Proprio quì nasce , quindi , la seconda fase dell’Experience : trovare un piatto che raccontasse e valorizzasse l’abbinamento ad uno dei vini degustati.

Sarà per affetto o per gusto , ma il vino da noi scelto è stato il Molin : il primo vino che ci ha permesso di conoscere questa realtà nel nostro primo lavoro svolto con questa azienda ( evviva il romanticismo!).

Il Molin prende il suo nome dall’antica tenuta aziendale e le uve che si utilizzano per produrlo , sono le più antiche del Trebbiano Lugana. Le viti più anziane , ci è stato spiegato , producono sicuramente meno uva , ma la qualità è sorprendente. Anche la sua preparazione è particolare perchè viene utilizzato un metodo detto Criomacerazione che permette di ottenere un vino raffinato e profumato perchè le bucce vengono lasciate macerare a freddo con il mosto per un tot di ore.

E’ un vino bianco , color paglierino delicato, dall’intensa sapidità e con richiami di frutta a polpa gialla ed erbe aromatiche.

Da quì la scelta e la ricerca di una ricetta che potesse abbracciarne completamente l’essenza. Abbiamo optato per qualcosa che avesse come ingrediente principale un pesce di lago ( che però possiamo trovare anche nelle acque del Mediterraeo) : Il Cefalo.

Il Cefalo è un pesce un pochino bistrattato: viene denominato “pesce sporco” e quindi non è utilizzato spesso come pesce d’elìte nella cucina italiana.

Nonostante questo, il mio paesino di origine si trova proprio sulle sponde del Lago di Lesina ( Puglia ) e il cefalo era ed è  il pesce più comune da trovare e anche quello più cucinato sia per la sua reperibilità che per il suo costo ( costa nettamente meno di altre tipologie di pesce!).

Nonna lo cucinava in ogni modo: zuppetta, arrosto, con le patate, al cartoccio. A volte ci faceva anche un sugo buonissimo da abbinare agli “strascinati” ( pasta tipica Pugliese fatta in casa). Insomma , non potevo non pensare a questo tipo di pesce , anche perchè in freezer ne avevo diversi da consumare , i quali mi ero portata proprio dalla Puglia!

Per me la cucina è qualcosa di viscerale e raramente , quando preparo un piatto , sto solo assemblando ingredienti. Non potevo astenermi , quindi, dal perdermi nei ricordi e nei profumi che questo piatto ha rievocato in me: il profumo del lago al mattino , quando i pescatori tornano in barca con il loro bottino, il mercato del paese, le urla dei pescivendoli, le donne impazzite a comprare la qualunque, il sole d’estate e i pranzi in una piccola e familiare cucina.

Vi Lascio la ricetta quì sotto , sperando che vi piaccia!

 

Ingredienti

  • 500 g di cefalotti tagliati ad anelli
  • 150 g di stracciatella
  • 10 pomodori San Marzano
  • 10 pomodori pachino Gialli
  • 1 cipolla bianca
  • prezzemolo
  • menta
  • 1 lime ( scorza + succo)
  • sale
  • olio evo
  • origano

Procedimento

Tagliate a metà i pomdori e in 4 parti la cipolla , disponete su una teglia con carta forno , cospargete i pomodori e la cipolla di origano , olio e sale e infornate 40 minuti a 180 gradi.

Nel frattempo , in padella, fate rosolare bene gli anelli di cefalo con olio evo, prezzemolo , aglio tagliato finemente e succo di lime.

Quando saranno passati i 40 minuti e i vostri pomodori saranno ben arrostiti, togliete dal forno e riponete in un frullatore il tutto ( anche la cipolla) , aggiungete un cucchiaio di olio a crudo e uno di acqua e frullate fino ad ottenere una consistenza cremosa.

Mettete il tutto in un piatto e procedete con l’impiattamento : aggiungete sulla zuppetta qualche anello di cefalo e poi aggiungete la stracciatella, qualche pomodorino giallo a crudo e una spolverata fresca di menta e prezzemolo.

Irrorate con un filo di olio a crudo.

E’ ottima da gustare sia calda che a temperatura ambiente con dei crostini di contorno!

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

63 − 56 =