NON E’ SEMPRE COME SI CREDE: UNA PIACEVOLE SCOPERTA
Abbiamo quasi sempre l’idea che un luogo bello e curato non sempre sia sinonimo di qualità.
Lo capisco, faccio parte anche io di quella cerchia di gente che molte volte ha dei preconcetti non espressi che creano un muro , il più delle volte , nello scoprire realtà che non avremmo mai considerato.
Ciò che ci permette di cambiare idea e fare determinate considerazioni è , quasi sempre , un incontro. Perchè si, le persone ci aprono gli occhi e ci permettono di confrontarci spesso con realtà parallele a quella che è la nostra normale vita.
Quasi un mese fa ho incontrato due persone con le quali dire di “aver intrapreso una collaborazione di lavoro” , sarebbe riduttivo. Parlerei più di fiducia, di stima, dato che ciò che mi hanno mostrato non è solo un luogo bellissimo in cui condividere del cibo insieme ma , un luogo in cui sentirsi #unodifamiglia.
Questo è l’hashtag che Laura Renieri e Alessandro Vannicelli dedicano al Globe.
Mi direte voi, cosa è questo Globe?
Il GLOBE è un “Restaurante & Cocktail Bar Fondato nel 1993 da Bruno Marsico, con la sua proposta, ricerca e capacità di evoluzione negli anni, ha conquistato vasta fama tra i cittadini e turisti internazionali. Il GLOBE si posiziona e si rinnova da 25 anni nella dimensione cittadina, diventando un luogo di inclusione, in un ambiente raffinato, ma allo stesso tempo casual e rilassato, dove incontrarsi e reincontrarsi per un aperitivo in compagnia o una cena intima.”
Bene , direte voi, ci sta parlando del solito ristorante. E invece no, questa volta non vi parlerò del solito ristorante. Non vi parlerò delle loro proposte , o almeno, non solo di quello . Non farò recensioni , non sono nella mia indole.
Vi parlerò invece delle sensazioni che ho provato non appena Laura Renieri ci ha accolto , in questa realtà.
Non appena arrivati in Piazza Cinque Giornate ( Milano) , Laura ci accoglie con un sorriso a 50 denti. Dicono di lei che sia una “pusher di entusiasmo” : beh, ecco, dal momento in cui la si incontra ci si rende conto che nessuna definizione sarebbe stata più azzeccata di quella nel definirla. Lei ci guida in questa esperienza , cena con noi, ci accoglie e ci presenta una buona parte dello staff del ristorante.
Prima impressione : Luogo curato, nei minimi dettagli , stiloso ( ma come potrebbe non esserlo un ristorante del genere in una Milano così fresca e sempre ” avanti” ).
Sin dai primi momenti lì dentro si respira cura e dedizione per il lavoro che viene svolto da ogni singolo individuo che ne fa parte. L’accoglienza è calorosa e impeccabile e già dalla prima stretta di mano durante le presentazioni mi sento a mio agio. Non c’è distacco , non c’è freddezza, tutto sembra così cristallino e si respira armonia all’interno del locale e , tra i dipendenti è fondamentale la componente di fiducia che si trasmette tra gli sguardi. Piccole cose che possono sembrare scontate ma , non lo sono affatto in un locale così grande e rinomato. E’ la prima cosa che ci colpisce profondamente.
Ci invitano a degustare un aperitivo e decidiamo di fidarci completamente del barman che si rivela preparatissimo e soprattutto attento all’accostamento degli ingredienti. Ci viene servito del sushi pazzesco , un solo assaggio che però fa capire già l’alta qualità di tutto ciò che andremo a degustare successivamente.
Subito dopo ci invitano ad accomodarci al tavolo e la serata trascorre veloce tra risate , chiacchiere , pareri, buon cibo che unisce sempre e specialità tipiche della casa ( abbiamo scoperto che fanno quì uno dei più buoni risotti alla milanese di Milano!!).
La scelta è davvero varia ,ma ciò che colpisce più di tutto , in questa fantastica serata è la preparazione e amore , professionalità ed emozione dello Chef Gianfranco Semenzato nel raccontare le fasi di preparazione di ogni singolo piatto. Tutto ciò che racconta lo ritroviamo nei suoi piatti , estro ed equilibrio . I piatti che propongono nel menù spaziano da pasta fresca e dolci fatta in casa dove viene rivissuta tutta la tradizionalità e le origini di chi guida la cucina. Si spazia da pesce crudo all’italiana, i piatti della storia Lombarda come l’ossobuco alla milanese e carni pregiate come il Wagyu Kobe.
Ma non solo: il locale è provvisto di un Sushiman che si occupa della cura di una carta ampissima di proposte da scoprire , alcune legate alla tradizione e altre che lasciano spazio alla creatività e ad un’idea giovane di crescita e proposta in divenire.
Quì alcune delle proposte della serata :
- Acciughe di barile del Mar Cantabrico con crostini ai cereali e riccioli di burro
- Battuta di fassona ” La Granda” con insalatina e salsa senapata
- cappelletti al nero di seppia e baccalà mantecato , salsa di pomodorini confit e polpa di granchio
- Trancio di ricciola marinato e spadellato con ricciola saltata
Io devo ammettere di essermi commossa sulla guanciola di vitello glassata in salsa perigoux su purea di patate.
Sono rimasta ammaliata dal sapore di ogni degustazione ma sono sicura che un ruolo fondamentale lo abbia svolto il racconto che c’è dietro la scelta delle materie prime e del loro trattamento fino ad arrivare alla nostra tavola. Mi affascina sempre tanto tutto ciò che c’è nel backstage di un progetto, un logo di lavoro, una mansione. Lo Chef ci accompagna durante tutta la degustazione , è attento alle nostre esigenze e convince Claudiu ad assaggiare delle ostriche spettacolari. Un racconto dopo l’altro ci conducono fino al dolce , che è un mix di tutte le proposte che il menù offre.
Sono estasiata. Mi alzo da tavola riconoscendo il valore del vero lavoro fatto con amore e felice per aver capito che , quando la tradizione continua ad essere uno dei punti focali del lavoro comune di tutti, non possono esserci posti belli o brutti che reggano : il risultato sarà sempre l’amore per ciò che si fa.